Non essendo un obbligo normato si comprende che l’incarico di presidiare una o più piattaforme del social 2.0 spetta al soggetto che all’interno dell’Ente la i requisiti e le capacità per poter farlo.
E’ opportuno che l’Ente provveda alla redazione di un documento interno in cui indicare ai vari responsabili e dipendenti le finalità della presenza sui social network, in che modo utilizzare gli stessi, con particolare attenzione all’uso del profilo istituzionale.
Trattandosi di portali gestiti da soggetti esterni alla PA il momento dell’autorizzazione al presidio è importante proprio perché il soggetto richiedente l’account non può decidere dei contenuti del contratto, questi ha la sola facoltà di accettare o meno i termini del servizio al quale affiancare la PA.
Assume quindi notevole importanza l’attenta lettura dei Termini di Servizio che tutte le piattaforme del social prevedono al momento della registrazione di un profilo utente, tali condizioni è bene che siano conservate al pari di un qualsiasi altro contratto di fornitura di servizi. Non solo, la PA deve costantemente monitorare detti Termini e Condizioni in quanto soggetti spesso a revisione per i vari adeguamenti normativi.
Altri aspetti da non sottovalutare sono quelli relativi alla privacy e alla proprietà intellettuale dei contenuti pubblicati dalla PA sui social network.
Per quanto riguarda la privacy le piattaforme devono essere conformi a quanto stabilito dal D. Lgs. 196/03, mentre per quanto riguarda il discorso sul diritto d’autore e proprietà intellettuale che l’Amministrazione può vantare su alcuni dei contenuti pubblicati quest’ultima deve valutare attentamente quale siano le condizioni d’uso dei contenuti ospitati, alcuni infatti prevedono il trasferimento al fornitore il diritto di utilizzare, anche a fini commerciali, quanto pubblicato sui propri server.
Va inoltre specificato quale uso l’utente/cittadino che segue il profilo della PA può fare dei contenuti pubblicati dalla PA; l’Ente dovrà specificare se i contenuti vengono pubblicati in Creative Commons o se siano vincolati da diritto d’autore.
Oltre le regole previste dalla piattaforma la PA dovrà a sua volta indicare in che modo verranno moderati eventuali commenti o richieste che appariranno sul proprio profilo, ovvero dovrà definire delle prassi perché il dialogo con il cittadino sia rispettoso di tutte le parti in causa e non trascenda mai.